Flatlandia – Edwin A. Abbott

Flatlandia – Edwin A. Abbott

In un mondo a Due Dimensioni le figure geometriche sono divise in classi sociali a seconda della loro regolarità e del loro numero di lati e angoli. Maggiore è l’ampiezza dei loro angoli e maggiore è la loro intelligenza, ricchezza e cultura e nessuna figura può desiderare per sé un lavoro diverso da quello che spetta alla sua classe: i Triangoli Isosceli possono compiere solo i lavori più umili e gravosi, i Triangoli Equilateri sono Commercianti borghesi, i Quadrati, assieme ai Pentagoni sono Professionisti e Gentiluomini, dagli Esagoni in poi c’è la Nobiltà, fino ad arrivare al Sommo Cerchio, capo dello Stato. Le Donne indipendentemente dalla classe sono Linee Rette. Tutti gli aspetti di questa società per così dire “piatta” ci vengono spiegati punto per punto da un Quadrato. Non è un quadrato qualunque perché lui è stato l’unica figura che all’inizio del nuovo millennio ha potuto compiere un viaggio incredibile nei mondi a Zero, Una e Tre Dimensioni, scoprendo nuovi punti di vista, fino ad allora per lui inimmaginabili. Purtroppo però, ritornato a Flatlandia, viene relegato in una cella perché i suoi concittadini non credono che nell’esistenza di un unico mondo: il loro.

L’ambientazione è immaginaria, matematicamente astratta. La vicenda si svolge in un arco di tempo limitato con poche anacronie e un intreccio quasi coincidente con la fabula. Prevalgono le sequenze descrittive e riflessive, i dialoghi non sono numerosi. Il registro è medio con termini specifici dell’ambito matematico-geometrico. A volte alcuni di questi sono utilizzati anche nel linguaggio comune e per questo l’autore si diverte a inserirli anche nei dialoghi dei personaggi per creare buffi giochi di parole. Il ritmo è abbastanza scorrevole.

Solo il protagonista è descritto a tutto tondo. Alcuni personaggi vengono caratterizzati maggiormente, molti altri invece sono dei tipi e hanno delle caratteristiche fisse in base alla classe sociale o al mondo da cui provengono.

Questo racconto si può analizzare sotto diversi punti di vista. Innanzitutto la società descritta nel romanzo è lo specchio di quella del tardo Ottocento-inizio Novecento nell’epoca vittoriana, periodo in cui è vissuto l’autore. Proprio per questo molti lo vedono come un romanzo di satira che critica l’eccessiva rigidità delle classi sociali del tempo e che mette in risalto le enormi differenze tra operai, borghesi e nobiltà. Si può notare anche una forte disparità di genere: nel romanzo le figure affermano che la Donna non merita istruzione perché non la capirebbe, che è soggetta a inspiegabili sbalzi d’umore, che è troppo emotiva e passionale, spesso può diventare un pericolo per la società ed è per questo che è soggetta all’Uomo. Anche nell’epoca vittoriana le donne avevano scarse possibilità di ottenere un’istruzione adeguata, soprattutto se di basso ceto sociale. Al massimo in alcuni collegi potevano imparare le nozioni poco più che elementari, sufficienti per essere capaci almeno a leggere, scrivere e far di conto. Erano sempre soggette al controllo di un uomo, che fosse padre, fratello, tutore o marito e le donne indipendenti erano malviste. Anche un’eccessiva emotività era disprezzata.

Per certi versi possiamo immaginarlo anche come un precursore del genere fantascientifico propriamente detto: i temi del viaggio, dell’incontro con il diverso e a volte dell’inspiegabile, delle scoperte scientifiche possibili in un futuro non per forza lontano,sono comuni alla fantascienza.

Alcuni, forse con una leggera forzatura, pensano che ci sia un’allusione anche al rifiuto delle nuove scoperte scientifiche: il fatto che il Quadrato non venga creduto quando spiega ai concittadini la sua nuova geometria potrebbe ricordare quando, secoli fa, non si accettavano scoperte perché turbavano l’ordine del quotidiano e perché ai potenti non faceva comodo.

Edwin Abbott Abbott (1838-1926) è stato pedagogo, scrittore e teologo inglese. Al tempo era noto per le sue opere teologiche, i saggi letterari e i manuali a scopo didattico. Oggi invece viene ricordato principalmente proprio per il suo libro “Flatlandia”, rivalutato nel XX secolo dopo la teoria della relatività di Einstein, forse perché fu tra i primi a immaginare come possibile una quarta dimensione, se non altre.

Camilla Pustetto 5AO