Il giorno della memoria

Oggi, 27 gennaio, è stato simbolicamente scelto come Giorno della memoria per ricordare i milioni di morti dell’Olocausto. Non solo ebrei, ma anche italiani, polacchi, omosessuali, disabili, Rom, Sinti, Slavi, dissidenti e comunisti che hanno subìto la deportazione, la prigionia e la morte.

La data coincide con l’apertura dei cancelli di Auschwitz, il lager piú vasto, che mostrò al mondo intero non solo gli strumenti di tortura e di annientamento utilizzati, ma grazie alle testimonianze dei sopravvissuti rivelò per la prima volta l’orrore del genocidio nazista.

Prima di andare a definire il disegno di legge, si discusse a lungo su quale dovesse essere considerata la data di riferimento, ovvero, decidere su quali eventi fondare la riflessione pubblica sulla memoria. Le due opzioni alternative che emersero furono il 16 dicembre, data del rastrellamento del ghetto di Roma: questa ricorrenza avrebbe focalizzato l’attenzione sulle deportazioni razziali e sottolineato le responsabilità anche italiane nello sterminio; oppure il 5 maggio, anniversario della liberazione di Mauthausen, per sottolineare la centralità della storia dell’antifascismo e delle deportazioni politiche in Italia.

Nei giorni precedenti all’arrivo dell’Armata Rossa, i nazisti avevano iniziato ad abbandonare il campo portando via alcuni prigionieri e cercando di cancellare le prove dello sterminio, per esempio distruggendo alcuni forni crematori.

Quello che trovarono i soldati sovietici venne documentato da riprese che ancora oggi colpiscono al cuore e allo stomaco: circa 7.000 prigionieri allo stremo, malati e affamati.

Il motivo della istituzione del Giorno della Memoria non è però la sola commemorazione di una tragedia enorme, è anche un modo per guardare al futuro, come ha ricordato Liliana Segre: «coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare».

Vittoria Scatto IIBE